Support Wikipedia Prima di buttarvi nel blog leggete le sezioni Info e Banner a destra (e fate mi piace su facebook :D)

domenica 7 agosto 2011

Struttura della frase


La frase è l’unità minima che può essere indipendente da un intero discorso.
La fine di una frase e l’inizio di un’altra viene segnato da un punto, in giapponese indicato con un cerchietto (maru).
Il giapponese, come già detto in una delle precedenti lezioni è una lingua SOV, ovvero segue l’ordine Soggetto-Oggetto-Verbo diversamente dall’italiano.
Tuttavia non tutte le frasi giapponesi sono composte da solo Soggetto, Oggetto e Verbo ma, come per tutte le altre lingue ci sono i vari complementi in mezzo.
Come si comporta quindi il giapponese?
Partiamo con un semplice esempio:
Gakusei ga hon wo yomimasu
Uno studente legge un libro
Gakusei ga: indica il soggetto della frase
hon wo: indica l’oggetto della frase accompagnato dalla particella wo
yomimasu: predicato verbale.
Il predicato della frase, sempre alla fine, può essere costituito non solo da un verbo ma anche dalla copula (desu/da), da un aggettivo oppure da un sostantivo più la copula.
Come per la grammatica italiana anche in giapponese, il verbo rappresenta il nucleo della frase. Per poter comprendere il significato di una frase è fondamentale trovare e analizzare, prima di ogni cosa, il verbo.
Il verbo descrive l’azione, lo stato o la qualità del soggetto, chi è il soggetto, cosa fa e, inevitabilmente ci aiuta a trovare anche gli altri complementi della frase.
complementi all’interno di una frase giapponese prendono la forma di un nome o di un sintagma nominale e vengono sempre accompagnati da una posposizione(o particella di caso).
Esempio:

Kissaten de otoko no hito ga kohi wo nonde imasu

Un uomo sta bevendo un caffè al bar
Kissaten de: grazie alla particella “de” capiamo subito che si tratta del complemento di stato in luogo (al bar)
otoko no hito ga: è il soggetto indiscusso della frase (un uomo)
kohi wo: è il complemento oggetto accompagnato ovviamente dalla particella “wo” (un caffè)
nonde imasu: predicato verbale gerundio presente (sta bevendo)
Note: il soggetto è stato accompagnato da ga e non da wa perchè in questo caso non è considerato tema della frase. Se “quest’uomo” fosse stato già citato all’interno di un discorso precedente e quindi lo conosciamo già e stiamo ancora parlando di lui allora avremmo usato “wa”. (Per la differenza tra “wa e ga” vedere lezione 8)
Sintagmi
Una proposizione è composta da piccole unità portatrici, ognuna, di un significato.
Queste piccole unità vengono chiamate sintagmi.
Un sintagma è un’entità minima non modificabile all’interno di una frase, questo significa che un sintagma può essere una sola parola ma anche più di una.
Un esempio in italiano può essere:
“Il mio gatto miagola”
In questa frase abbiamo un elemento chiamato Testa del Sintagma che è la parola gatto. Gatto è l’elemento importante del sintagma, senza di esso l’espressione perderebbe di senso; poi abbiamo altri due elementi chiamati qualificatori o modificatori che qualificano la parola gatto e cioè il e mio: questi due qualificatori specificano qualcosa riguardo al sintagma che è il gatto e ci dicono che si parla del mio gatto e solo di lui.
Compreso questo concetto andiamo ora a vedere il sintagma in una frase giapponese.
Esempio:
Ookii uchi
una grande casa
Uchi (casa) è il sintagma nominale o meglio testa del sintagma mentre ookii(grande) è l’aggettivo che qualifica il nome casa.
Un aggettivo può qualificare un nome esattamente come un avverbio può qualificare un verbo, l’importante è ricordarsi comunque che in giapponese il qualificatore precede sempre ciò che qualifica. (come in inglese: l’aggettivo precede sempre il nome a cui si riferisce)
Vediamo un altro esempio:
Ringo wo Nusunda kodomo...
Il bambino che ha rubato la mela…
Il tema qui è kodomo”… e noi ci chiediamo: come mai “kodomo” , che è il tema lo abbiamo messo alla fine mentre “ringo wo musunda” all’inizio?
SempliceRingo wo musunda è tutto un qualificatore che ci dice qualcosa riguardo al soggetto che in questo caso è “kodomo”.
Ci dice che questo è il bambino che ha rubato la mela. (è come se “che ha rubato la mela” fosse un unico aggettivo che qualifica il soggetto che è il bambino).
Esempio:
Kurokute nagai kasa
Un nero e lungo ombrello
Ricordate sempre che in giapponese il qualificatore  precede sempre ciò che qualifica come già detto, esattamente come in inglese.
Perciò in giapponese avremo espressioni come:
Kono hon
Questo libro
Kono (questo) precede hon (libro)
Marika-chan no hon
Il libro di Marika
Anche il complemento di specificazione va sempre prima dell’oggetto di cui si specifica qualcosa.
Takusan nomimasu
Bere tanto.
Stavolta è un avverbio che qualifica un verbo.
Costruzione di una frase
Adesso che abbiamo visto come il soggetto va sempre ad inizio frase, gli aggettivi precedono sempre ciò che qualificano e il verbo alla fine, costruiamo ora una frase.
Fino ad ora abbiamo solo spiegato come posizionare soggetto, oggetto, aggettivo e verbo ma per gli altri complementi?
Come ci si comporta?
Vi offro uno schema dove vi elenco l’ordine in cui possono essere posizionati gli elementi di una frase.
1. Tema
2. Tempo (ni)
3. Luogo (ni)
4. Termine (ni)
5. Soggetto (ga)
6. Compagnia (to)
7. Mezzo/luogo (de)
8. Origine o Provenienza (kara)
9. Moto a luogo (ni/e)
10. Oggetto (wo)

11. Predicato (verbale, aggettivale o sintagma nominale+copula)
Esempio:
Tomoyo-san wa ashita Shinkansen de Osaka kara Nagoya eikimasu
Tomoyo domani va da Osaka a Nagoya con un treno ad alta velocità
Analizziamo la sequenza:
1) Tomoyo-san waSoggetto
2) Shinkansen decomplemento di mezzo
3) Osaka karacomplemento di moto da luogo o fonte
4) Nagoya ecomplemento di moto a luogo o direzione

5) Ikimasu: predicato verbale
Come avrete potuto notare abbiamo rispettato l’ordine della sequenza che vi ho elencato prima tuttavia non sempre questa sequenza è da ritenersi valida soprattutto se si ricorda che in una frase giapponese più è importante un concetto che si vuole esprimere e più si trova vicino al verbo.
Infatti nel caso precedente se volevamo sottolineare il fatto che Tomoyo da Osaka a Nagoya ci va con un treno ad alta velocità e dare così più importanza al mezzo allora avremmo dovuto avvicinare “shinkansen de” vicino al verbo.
Il significato sarebbe stato lo stesso ma avvicinando Shinkansen de al verbo chi mi sta ascoltando comprende l’importanza del fatto che domani Tomoyo, da Osaka a Nagoya, ci va utilizzando un treno ad alta velocità
Ad ogni modo anche se lo schema precedente non sempre è attendibile usatelo comunque i primi tempi: vi sarà di aiuto per formulare le vostre prime frasi complesse.


Vorrei sottolineare che alla frase:
Vediamo un altro esempio:
Ringo wo Nusunda kodomo...
Il bambino che ha rubato la mela…

è si un "qualificatore" ma si sta parlando di una frase relativa, le relative si riconoscono perché dopo il verbo nelle relative è sempre presente un sostantivo, tranne naturalmente con la forma in -Te che poi vedremo, poiché serve ad unire più verbi e quindi ha un altro utilizzo.

Nessun commento:

Posta un commento